Questa è la pagina dedicata al pensiero filosofico e teologico. Riporta diversi contenuti, frutto di riflessione personale, di letture, di approfondimenti, di conferenze, di confronto con il pensiero dei "grandi" e con l'attualità dei contemporanei.
Alcuni dei testi qui riportati, possono essere utili sussidi per l'insegnamento della Filosofia.
Primum vivere deinde filosofare
“E’ impossibile che la stessa cosa convenga e insieme non convenga a una stessa cosa e per il medesimo rispetto (e si aggiungano tutte le determinazioni opportune, affinché siano evitate difficoltà di indole discorsiva)” (…) “Infatti, è impossibile che uno stesso creda, ad un tempo, che la stessa cosa sia e non sia” (…) “Giacché se i contrari non possono insieme inerire alla stessa cosa (e si aggiungano anche a questa proposizione le già indicate determinazioni), e stante che un’opinione vale come il contrario dell’opinione contraddittoria, è chiaro che è impossibile che la stessa persona creda insieme che una cosa sia e che questa stessa cosa non sia: chi si ingannasse in questo modo avrebbe infatti, ad un tempo, opinioni contrarie. E’ per questo motivo che ogni dimostrazione viene ricondotta a questa convinzione ultima; e cioè questa [convinzione ultima] è, per natura stessa delle cose, il principio di tutti gli altri assiomi…”
[Aristotele, Il principio di non contraddizione]
Principio elementare, quello di "non contraddizione", che dal punto di vista logico e quindi comunicativo si potrebbe riassumere con l'affermazione "Non posso affermare una cosa e il suo contrario contemporaneamente, senza le opportune specificazioni".
Un semplice esempio: non posso dire che ora è mattina ed è anche sera; a meno che non specifichi che è mattina a Milano ed è sera a Seattle nello Stato di Washington.
Potrei anche specificare che è mattina "fuori", ma il mio morale è in piena notte perché l'unica bionda della mia vita mi ha lasciato... ma si tratta di notazione psicologica (in senso moderno), che Aristotele relega all'ambito della poesia, che può permettersi tali contraddizioni.
Principio elementare, dunque, ma spesso dimenticato o travisato.
Chiunque assista a discussioni di carattere politico, ad esempio, può enumerare in un solo discorso diverse, ancorché nascoste (o mascherate), contraddizioni, una delle quali - ad esempio - è sostenere la necessità di utilizzare le armi per ottenere o mantenere la pace! Quando in una discussione il principio di non contraddizione viene sacrificato sull'altare della comunicazione emotivamente efficace, spesso non ce ne accorgiamo. La coerenza logica viene sopraffatta dalla forza emotiva. Affermare, ad esempio, di fronte ad un crimine odioso, che quell'omicida non merita di vivere e che bisognerebbe applicare la pena di morte, non stiamo solo affermando che la vita può non avere valore assoluto per alcuni uomini (siano pure efferati criminali), ma stiamo commettendo anche un errore logico, che è meno importante - certo - dell'erorre morale e giuridico, ma che inficia le nostre argomentazioni. Considerando, inoltre, che anche negare un valore considerato assoluto come la vita per qualche individuo, contiene in sé la contraddizione; se anche solo per un individuo la vita può legittimamente essere negata, questa cessa di essere un valore assoluto. Un altro esempio più "esistenziale" e personale: quando si afferma che "si muore per fare posto agli altri", si entra in contraddizione, ma l'argomentazione sembra coerente e possibile. Si tratta, a ben vedere, di un falso sillogismo, dove la conclusione contraddice (appunto) la "premessa maggiore", cioè l'assioma di partenza. Il sillogismo, nella sua esplicitazione, suona così: "se non morissimo (premessa maggiore) saremmo troppi sulla terra, non avremmo risorse per tutti, non sapremmo dove stare... e... moriremmo! Ma se abbiamo esordito ipotizzando di non morire! Se non morissimo, infatti, non avemmo necessità né di acqua, né di aria, né di cibo, né di spazio (e, dunque, non saremmo di questo mondo).
Principio elementare, dunque, ma da tenere presente quando ragioniamo e comunichiamo.
Pino Gargiulo